Tentato furto alla piscina Activa della Farnesiana

E' riuscito a penetrare nella piscina comunale della Farnesiana scassinando la macchinetta dei gadget per bambini, a impossessarsi di 40 euro, oltre che di un telefono cellulare. Ma è stato tradito dal sistema d'allarme: l'intruso è stato arrestato ed accompagnato in una cella delle Novate. E' accaduto la scorsa notte e la notizia è stata resa nota nel corso di un incontro avvenuto in questura al quale era presente il dirigente della squadra mobile e delle volanti Filippo Sordi Arcelli e i metronotte Piacenza che hanno partecipato all'arresto.

Il fatto è avvenuto poco dopo la mezzanotte e mezza. Un "allarme silenzioso" è scattato all'interno della piscina e i metronotte Piacenza dalla loro centrale operativa attraverso il sistema di videosorveglianza collegato con la struttura comunale hanno potuto vedere il ladro all'interno in azione senza che lui si accorgesse che l'allarme era scattato. E' stato avvisato subito il 113, e la piscina comunale è stata circondata. L'intruso è ugualmente riuscito a uscire ed è stato rincorso da metronotte ed agenti lungo via Radini Tedeschi.

Nascosto dietro la siepe di un condomino, è riemerso dal suo nascondiglio fingendo di parlare al cellulare e incamminandosi indifferente. Gli agenti non si sono fatti ingannare e lo hanno arrestato. Aveva con sé 250 euro, ma ha potuto dimostrare che parte di questa somma l'aveva guadagnata nel corso della campagna dei pomodori. Il fermato è stato identificato per Roberto Favalli, 43 anni, bresciano, con numerosi precedenti penali, domiciliato a Piacenza, ma di fatto senza fissa dimora. Il dottor Sordi ha quindi elogiato l'importanza della collaborazione fra polizia e metronotte.

Ieri pomeriggio l'accusato è comparso davanti al giudice Maurizio Boselli e al pm Giulio Massara. A difenderlo l'avvocato Lauretta Alberti. Nel corso dell'udienza di convalida ha ammesso il furto alla macchinetta dei gadget, e di un cellulare trovato nei locali della piscina. Ha negato però di aver scassinato una porta laterale del centro sportivo. Ai piedi di questa porta la polizia aveva trovato un cacciavite e uno scalpello. «Era già aperta quella porta», ha sostenuto l'accusato.

L'uomo è stato inoltre accusato di ricettazione, per essere stato trovato in possesso di una bici riverniciata. Si è difeso dicendo di averla comprata da uno straniero per trenta euro. Alla fine dell'udienza il giudice ha convalidato l'arresto della polizia, disposto la custodia cautelare in carcere, e rinviato il processo al prossimo 26 settembre. «Il mio assistito ha un domicilio a Piacenza, e un lavoro come operaio in provincia - ha detto ieri l'avvocato Alberti -. Cercheremo di ottenere gli arresti domiciliari, con la possibilità di recarsi al lavoro».

Ermanno Mariani

Libertà - 31/08/2013